Questo blog vuole informare su come e quanto sta cambiando la vita di tutti i giorni in Grecia. L'intervento del Fondo Monetario Internazionale, BCE e dell'Unione Europea sta riducendo la Grecia a un paese in cui sarà difficile vivere. Non sono un giornalista e su questo blog voglio raccontare la vita di tutti i giorni, la mia esperienza diretta di come siamo costretti a "sopravvivere in grecia".

Alla pagina dei video di questo blog puoi vedere il nuovo documentario CATASTROIKA con sottotitoli in Italiano e il documentario DEBTOCRACY International Version con sottotitoli in inglese. Molto consigliato è anche la video intervista di Monica Benini "La guerra in Europa" che spiega benissimo ciò che sta succedendo alla Grecia. Nuovo video interessantissimo Fascismo inc anche questo in italiano. Seguendo questo link si possono ascoltare una serie di interventi andati in onda su Radio 2 Rai sul tema musicale Rebetiko, tra gli interventi, oltre alla musica si parla di storia, politica ed economia.

Il quarto stile, il non finito greco



Il quarto stile, il non finito greco
2012, intreccio di due stampe da matrice di linoleum
matrice cm 40 x 30
L’abitazione, ospita al suo interno non soltanto chi ci abita, ma anche la sua cultura, il suo immaginario. Può farci intuire tanto degli usi e dei costumi di un paese, ma anche del suo passato e del suo presente.  Il quarto stile, il non finito greco, ci offre una visione sulla casa delle periferie e dei paesi della provincia greca. Si inizia a costruire una struttura in cemento fatta di colonne, la struttura semplice e squadrata che ne deriva viene tamponata con i mattoni solo al primo piano, lasciando il piano terra vuoto e deputato a usi non abitativi, come parcheggio o ripostiglio riparato. Questa specie di palafitta, molto comune in Grecia (e in tutta la Magna Grecia) è il simbolo del divenire,  dell’attesa. Infatti nei piani del costruttore e padre di famiglia c’è la speranza di completare il piano terra e magari costruire un ulteriore secondo piano al momento che i figli si sposeranno e torneranno ad abitare insieme ai genitori. Questo in genere non succede e la casa resterà per sempre una palafitta.

  • Perché questo ciclo di opere si chiama "Le non-cartoline dalla Grecia"
  • La tecnica
  • Note biografiche di Francesco Moretti

  • L'estetica del brutto.

    A gran ragione, anche questo tipo di abitazione non-finita rientra nell'estetica delle non-cartoline. Pensate che trovare delle immagini di questo tipo di casa sul web è stato veramente difficile, come se non esistessero nella realtà. Mentre nella realtà, ci sono e come. Semplicemente non vengono fotografate e nessuno ha interesse a metterle in rete.

    Per me sono invece molto importanti, quasi dei musei dell'antropologia, ci fanno capire una concezione ben precisa della famiglia, come viene immaginata, come sia importante per un padre e una madre provvedere alle necessità abitative dei propri figli. Chiaramente, ogni famiglia lo fa con il gusto e le possibilità economiche che gli sono a disposizione. Per questo motivo spesso il risultato estetico è discutibile...

    Si inizia a costruire con i soldi che ci sono e spesso non sono sufficienti per completare il disegno abitativo del futuro, quindi viene completato un solo piano, il primo. Passano gli anni e i soldi destinati alla casa vengono spesi altrove, non perché il disegno abitativo della famiglia sia cambiato nella testa dei genitori, ma semplicemente perché spesso i figli studiano lontano da casa, fanno lavori diversi dai genitori, conoscono altre persone e prendono altre strade. La casa palafitta rappresenta per me il simbolo di una società che è cambiata e sta cambiando, come dei monumenti innalzati a memoria di una logica che fu.

    Restano così, brutte, non finite per sempre. L'ambizione di fare una mega casa, piano, piano, si incancrenisce e si spenge. Cambiano i tempi e il sogno di una vita si manifesta improvvisamente retrogrado, quindi, la situazione di attesa, di provvisorietà si prolunga all'infinito. Per questo motivo restano le case senza tetto e con i ferri che sbucano e puntano il cielo pronti per costruire un secondo piano, sempre più rugginosi, ogni anno che passa, sempre più inutili. Qualcuno nell'attesa di costruire il secondo piano cerca di dare un senso al tetto piatto e lo affitta a qualche ditta di pubblicità che provvede a metterci sopra un grosso cartellone pubblicitario. Anch'esso resterà per sempre sul tetto, in compagnia dei ferri che sbucano delle colonne, il contratto con la pubblicità, per qualche motivo non verrà rinnovato e la struttura di ferri resterà li dove è stata piazzata, nuda e scheletrica, diventando una macabra decorazione della casa, una decorazione dell'estetica del brutto, ma non importa, intanto, negli anni l'occhio ci ha fatto l'abitudine.